dislalia

La dislalia è uno dei disturbi più frequenti nei bambini; è un disturbo a livello di articolazione dei fonemi, per cui i bambini non pronunciano correttamente i fonemi o alcuni gruppi di fonemi. Quando i bambini cominciano a parlare, è normale che non lo facciano senza commettere errori, tuttavia, raggiunta una certa età, il linguaggio dovrebbe perfezionarsi e il bambino dovrebbe migliorare la pronuncia

Possiamo incontrare bambini che già a 3 anni hanno una buona struttura frasale e hanno consolidato una buona articolazione di tutti i fonemi, ma ci sono anche bambini che a 5\6 anni necessitano d’incontrare una logopedista perché alcune lettere non sono ancora articolate in modo corretto.

È importante precisare che la dislalia è considerata un semplice disturbo del linguaggio, in quanto il bambino sente e comprende quanto gli si dice; la sua difficoltà sta esclusivamente nella produzione del linguaggio.

La causa è da attribuire ad alterazioni funzionale od organiche a livello dell’apparato fono-articolatorio (labbra, lingua, denti).

Le cause possono essere:

  • Funzionali: quando l’errata pronuncia è causata da una cattiva impostazione ed utilizzazione di una o più settori dell’apparato fonatorio
  • Problemi di udito: sono dovute a malattie che impediscono una buona percezione dei suoni da parte del bambino e di conseguenza un’errata pronuncia dei vari fonemi. Le cause principali sono la sordità e le otiti ricorrenti nei primi anni di vita del bambino.
  • Organiche: quando sono causate da malformazioni o lesioni a livello di uno o più settori del sistema articolatorio. Ad esempio nel caso di palatoschisi, insufficienza velare, malformazioni delle arcate dentarie, alterazione del morso dentale, palato ogivale, frenulo corto, macroglossia, ipertrofia delle adenoidi, riniti ricorrenti/persistenti che obbligano il bambino a respirare con la bocca aperta determinando così dislalie a carico dei fonemi che vengono articolati mediante elevazione della parte anteriore della lingua.
  • Dislalie per alterazione nell’apprendimento: esistono varie cause per questo tipo di dislalie, tra le quali troviamo i fattori ambientali (mancanza di stimolo da parte dei genitori, degli istituti scolastici, ecc.), fattori psicologici (traumi emotivi, mancanza di affetto, violenza psicologica, ecc.) e problemi intellettuali.
  • Errori: viene definita classificazione degli errori, che ha a che fare con i tipi di errori si presentano nella dislalia. Troviamo quindi l’omissione (il bambino spesso omette i fonemi che gli risultano difficili: per esempio, dice “foco”, invece di “fuoco”), la sostituzione (sostituisce un suono per un altro: per esempio, dice “tasa” invece di “casa”), la distorsione (emette un suono simile a quello corrispondente ma scorretto: per esempio, “cardo” al posto di “carro”), addizione (il bambino tende a intercalare insieme al suono che non può articolare un altro che non corrisponde alla parola: per esempio, dice “bulu” invece di dire “blu”) e l’inversione (è un cambio nell’ordine dei suoni, come per esempio, “sefamoro” al posto di “semaforo”).
  • L’uso del ciuccio (la permanenza di esso all’interno del cavo orale per molte ore della giornata)
  • Abitudini errate, come succhiare il pollice o mordere penne invita la lingua a spingere tra gli incisivi e ciò permarrebbe anche durante la fonazione: la dislalia conseguente è il sigmatismo interdentale e lo zetacismo che interessano l’articolazione della “s” e della “z”.
  • L’abitudine a mangiare prevalentemente cibi sminuzzati, pastine, puree, poco consistenti possono determinare problemi all’articolazione dei fonemi apicali, cioè quei fonemi che necessitano di toccare la zona anteriore del palato con l’apice della lingua, per essere pronunciati in modo corretto (L, CI, GN, GL, N).

Capita spessissimo che questi bambini abbiano anche una deglutizione ancora infantile, chiamata deglutizione atipica. Sarà quindi indispensabile affiancare alla rieducazione delle dislalie la correzione della deglutizione. Spesso la famiglia si rivolge alla logopedista spinta dall’ortodontista, il quale intervenendo sulla struttura ossea del palato o arcata, richiede prima un intervento logopedico, per rendere valido il suo impianto meccanico.

In base alle cause, il logopedista potrà proporre una terapia su misura per il bambino. Gli verranno proposti inizialmente esercizi per migliorare la muscolatura fono-articolatoria, poi imparerà a distinguere i vari fonemi a livello percettivo, poi passerà ad articolare in modo tecnico i fonemi in lui fragili, per poi passare alla produzione di parole e frasi. L’uso dello specchio, dell’imparare a curiosare all’interno della propria bocca, a conoscere i nomi dei punti articolatori più funzionali, tipo palato duro, palato molle, creste palatali, punta e corpo della lingua aiuterà molto il bambino anche solo di 4\5 anni, per prendere seriamente quello spazio, senza perdere la parte ludica dell’esperienza logopedica. In questo spazio si gioca molto per mantenere alto l’interesse del bambino e il piacere di provare e riprovare senza cadere della noia o nella frustrazione, perché l’intervento terrà conto dei tempi attentivi del bambino che abbiamo di fronte. Si useranno libri illustrati, storie in sequenze da ritagliare e incollare, perché l’organizzazione e progettazione motoria è alla base della nostra ricerca di coordinazione motoria.