Sono bambini, in continuo movimento, sono incessantemente agitati, non riescono a stare mai fermi, si dibattono continuamente e i genitori trovano grande difficoltà a contenerli.
Quando iniziano ad andare a scuola le insegnanti si disperano, perché si alzano continuamente dal loro posto, disturbano i compagni, basta nulla per distrarli.
Giocano in modo rumoroso, parlano eccessivamente, interrompono gli adulti quando conversano, senza essere in grado di aspettare il momento opportuno per intervenire.
Il loro profitto scolastico, a causa della loro labilità attentiva, è spesso scarso o appena sufficiente; non riescono spesso ad interagire in modo adeguato con i coetanei, per la grande impulsività.
Recenti studi neurofisiologici sostengono l’ipotesi che l’ADHD comporti un ipofunzionamento dei sistemi catecolaminergici e in particolar modo di quelli che agiscono nella corteccia prefrontale, evidenziando quindi l’importanza del ruolo che i circuiti dopaminergici fronto-striati assumono nella patofisiologia del disturbo.
Quindi l’ADHD nasce da un difetto evolutivo nei circuiti cerebrali che stanno alla base dell’inibizione e dell’autocontrollo. La loro è una vera patologia organica.
Ripropongo un esempio che il mio insegnante di neuropsicologia mi fece: - Facciamo un esempio su come vivono loro: è come se in questo momento che state leggendo veniste bombardati da tanti altri eventi disturbanti, come la televisione accesa, i figli che gridano fuori della stanza, il telefono che squilla, dei lavori stradali incessanti da ore sotto il vostro balcone e voi non riusciste ad annullare tutti questi stimoli per focalizzare la vostra attenzione solo su quello che state facendo e che vi interessa tanto.
Se non si ha la capacità di filtrare e selezionare gli stimoli e saper prestare attenzione, comincerete a manifestare agitazione e frustrazione in quanto consapevoli di non raggiungere il vostro scopo
I sintomi centrali dell’ADHD, sono essenzialmente:
Vari studi di tipo sociometrico hanno confermato che bambini affetti da deficit di attenzione con o senza iperattività, ricevono minori apprezzamenti e maggiori rifiuti dai loro compagni di scuola o di gioco; riportano frasi negative nei confronti dei loro compagni 10 volte di più rispetto agli altri coetanei.
Qualora il bambino con ADHD ricopre un ruolo funzionale nel gruppo, riesce ad essere collaborante e sarà propositivo nel voler mantenere forte e stabile il rapporto d’amicizia; se tale funzione non riesce a crearsi, diventerà aggressivo e oppositorio. Non si risolve con l’età e può persistere anche in età adulta.
L’intervento riabilitativo si baserà su un affiancamento di uno psicoterapeuta per un trattamento cognitivo-comportamentale ed un affiancamento logopedico per sostenerlo sul piano didattico e della consapevolezza delle sue capacità.
Sostenere i genitori è fondamentale; prioritario sarà modificare la rappresentazione mentale che hanno del bambino, e spostarli dal valutare i loro comportamenti problematici, come intenzionali. Insegnare loro l’arte del negoziare, il pianificare regole educative, il promuovere sempre il rinforzo positivo, sono alcuni dei temi da trattare e modificare, ogni volta che si passerà a step successivi.