Dislessia

La dislessia è una sindrome classificata tra i Disturbi Specifici di Apprendimento ( DSA ) identificata con il codice F 81.0.

E’ una compromissione significativa e persistente della lettura in quanto si hanno grosse difficoltà nella transcodifica, ossia il dislessico non riesce in modo efficiente, ad attribuire un senso ai vari simboli ortografici, cioè le sequenze di lettere.

ATTENZIONE NON SI TRATTA DI DISLESSIA SE:

  • se il Quoziente Intellettivo è inferiore a 70
  • vi sono difficoltà socio-culturali

I DSA non sono correlati ad alcun tipo di Ritardo Mentale (R M lieve: QI 55\70; RM medio: QI 40\55;

RM grave: QI 25\40; RM gravissimo: QI inferiore a 25)

Si presume che essa sia un disturbo dell’apprendimento a trasmissione genetica.

Un padre portatore “sano” di DSA insieme a una madre affetta da DSA avranno una progenesi per il 75% sana mentre il restante 25% sarà affetto da DSA.

Un tratto cerebrale distintivo nelle persone con dislessia potrebbe spiegare il motivo per cui hanno difficoltà nella lettura.

Sono state analizzate immagini di risonanza magnetica relative a scansioni di cervello di adolescenti con e senza dislessia mentre svolgevano i compiti. Si è scoperto che i ragazzi con dislessia avevano una ridotta capacità di adattarsi a un input ripetuto – una caratteristica nota come adattamento neurale.

Ad esempio, quando gli studenti dislessici vedono ripetutamente la stessa parola, le regioni cerebrali coinvolte nella lettura non mostrano lo stesso adattamento riscontrato nel campione di controllo. Ciò suggerisce che la plasticità del cervello, che è alla base della capacità di imparare cose nuove, si riduce. E pochissime attività richiedono plasticità cerebrale come la lettura.

Le difficoltà a effettuare una lettura accurata e/o fluente e scarse abilità nella scrittura (ortografia ) derivano tipicamente da un deficit nella componente fonologica del linguaggio, che è spesso inatteso in rapporto alle altre abilità cognitive e alla garanzia di un’adeguata istruzione scolastica.

Conseguenze secondarie possono includere i problemi di comprensione nella lettura e una ridotta pratica nella lettura che può impedire una crescita del vocabolario e della conoscenza generale.

Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità classifica la dislessia e gli altri disturbi specifici di apprendimento come disabilità, per cui non è possibile apprendere la lettura, la scrittura o il calcolo aritmetico nei normali tempi e con i normali metodi di insegnamento.

Durante la scuola dell’infanzia è possibile effettuare una valutazione dei prerequisiti per l’abilità di lettura, in modo da poter intervenire precocemente e rafforzare delle competenze.

Ad oggi non sono stati identificati dei predittori del disturbo nella popolazione normale; mentre sappiamo che sono a rischio di dislessia (nel senso che hanno maggiori probabilità di manifestarla) chi ha disturbi del linguaggio e chi ha un genitore dislessico.

La dislessia ha una prevalenza maggiore nei maschi.

 

I SINTOMI

  • Scarsa discriminazione di grafemi diversamente orientati nello spazio
    difficoltà nel discriminare grafemi uguali o simili, ma diversamente orientati. Esempio: confonde la “p” e la “b”; la d\ q; la u\n; la a\e; la b\d.
  • Scarsa discriminazione di grafemi che differiscono per piccoli particolari
    difficoltà nel discriminare grafemi che presentano somiglianze. Esempio: confondere la “m” con la “n”; la “c\e”; la “f\t”; la “e\a”… questo succede specialmente se si tratta di una scrittura in corsivo.
  • Scarsa discriminazione di grafemi che corrispondono a fonemi sordi e fonemi sonori
    difficoltà nel discriminare grafemi relativi a fonemi con somiglianze percettivo-uditive. Le coppie di fonemi simili sono le seguenti: f\v; t\d; p\b; c\g; s sonora\s sorda
  • Difficoltà di decodifica sequenziale
    Leggere nella lingua italiana richiede il procedere con lo sguardo in direzione sinistra-destra e dall’alto in basso; tale processo appare complesso per tutti nelle fasi iniziali di apprendimento della lettura ma, con l’affinarsi della tecnica e con l’uso della componente intuitiva, la difficoltà diminuisce gradualmente fino a scomparire. Nel soggetto dislessico, invece, talvolta ci troviamo di fronte a un ostacolo nella decodifica sequenziale, per cui si manifestano con elevata frequenza i seguenti errori: Omissione di grafemi e di sillabe: soggetto omette la lettura di parti della parola; può tralasciare la decodifica di consonanti ( “fote” anziché “fonte”) o di vocali ( “fume” anziché “fiume”) e, spesso, anche di sillabe (può leggere “talo” anziché “tavolo”).
  • Salti di parole e salti da un rigo all’altro
    Il soggetto dislessico presenta evidenti difficoltà a procedere sul rigo e ad andare a capo, per cui sono frequenti anche “salti” di intere parole o di intere righe di lettura.
  • Inversioni di sillabe
    Spesso la sequenza dei grafemi viene invertita provocando errori particolari di decodifica della sillaba ( ad esempio, leggere “li” al posto di “il”; “la” al posto di “al”…) e della parola ( esempio, “talovo” al posto di “tavolo”…).
  • Aggiunte e ripetizioni
    La difficoltà a procedere con lo sguardo nella direzione sinistra-destra può dare origine anche ad errori di decodifica caratterizzati dall’aggiunta di un grafema o di una sillaba (ad esempio “tavovolo” al posto di “tavolo”…).
  • La Dislessia è nettamente diverso da Difficoltà semplici della lettura
    La Dislessia si riconosce per la presenza di caratteristiche, sopra descritte, che impediscono o ostacolano fortemente il processo di decodifica. Le difficoltà semplici di lettura, invece, si riconoscono per la presenza di uno o di alcuni degli elementi di riconoscimento sopra descritti, ma gli ostacoli alla conquista di adeguate tecniche di lettura risultano superabili attraverso l’esercizio graduato
  • Possibili ripercussioni sull’apprendimento logico-matematico
    Il soggetto talvolta può presentare alcune difficoltà di decodifica del testo del problema e può presentare l’impedimento nella risoluzione di semplici problemi matematici che i non affetti di dislessia risolverebbero senza problema. Hanno quindi un apprendimento più lungo della norma
  • Prevale la componente intuitiva
    Il soggetto che presenta chiare difficoltà di lettura, privilegia, indubbiamente, l’uso del processo intuitivo rispetto a quello di decodifica. L’intuizione della parola scritta rappresenta un valido strumento ma, al tempo stesso, è fonte di errori, definiti di anticipazione. Molto spesso si vede il bambino esegue la lettura della prima parte e poi procedere “intuendo”/“inventando” l’altra parte. La parola contenuta nel testo viene così a essere spesso trasformata in un’altra, il cui significato può essere affine ma anche completamente diverso.

 

LA SCUOLA

La capacità di osservazione degli insegnanti svolge un ruolo fondamentale , per il riconoscimento di un potenziale Disturbo, non solo a partire dalla scuola dell’infanzia e dalla scuola primaria ,ma anche in tutto il percorso scolastico, per individuare non solo le difficoltà , ma anche quelle caratteristiche e quegli stili cognitivi su cui puntare per il raggiungimento del successo formativo.

I docenti non necessariamente ricorrere a strumenti appositi, ma è sufficiente in una prima fase il ricorso all’osservazione delle prestazioni nei vari ambiti di apprendimento interessati da un disturbo che può riguardare la lettura, la scrittura e il calcolo.

Nel caso in cui gli interventi di recupero programmati e messi in atto per risolvere il disturbo evidenziato non dovessero sortire gli effetti desiderati e dovessero persistere le difficoltà, la scuola ha il compito fondamentale di comunicare alla famiglia l’esigenza di una consulenza da parte degli specialisti (neuropsichiatra infantile  logopedisti, psicologi).

La famiglia dell’alunno con diagnosi di DSA dovrà consegnare la diagnosi alla scuola, che metterà in atto gli interventi previsti dalla legge 170 entro il primo trimestre.

In particolare , per un alunno con diagnosi di DSA la scuola dovrà predisporre un Piano educativo personalizzato che dovrà indicare:

  1. gli interventi didattici individualizzati e personalizzati
  2. nonché gli strumenti compensativi e le misure dispensative

In merito alla didattica individualizzata è chiarito che la stessa si differenzia dalla didattica personalizzata, poiché se la prima , attraverso metodologie e strategie differenziate si propone che l’alunno raggiunga gli stessi obiettivi previsti per il gruppo classe, la seconda deve riferirsi alla personalità dell’alunno, alle sue attitudini, e pertanto può proporsi obiettivi differenziati rispetto a quelli previsti per il gruppo classe.

 

LA DIAGNOSI DI DISLESSIA

e di tutti i DSA, rileverà i seguenti elementi:

  • Funzionamento Intellettivo nella Norma
  • Almeno N°2 prove diagnostiche con valori sotto le 2DS( deviazione standard )
  • Funz. scolastico deficitario

 

Dott.ssa Logopedista Claudia Antognozzi