Chi soffre di disfagia ha difficoltà nella deglutizione, e ciò può mettere a rischio la sua salute.
Per questo motivo si devono utilizzare prodotti addensanti: una ricerca della Società Europea sui Disturbi della Deglutizione dimostra che questi aumentano la sicurezza durante l’atto di deglutire.
Si tratta di un fenomeno che colpisce persone: anziane; con patologie neurodegenerative come Parkinson o Alzheimer; distrofia muscolare; affette da traumi cerebrali come ictus, tumori alla testa o collo; ma anche persone che si trovano temporaneamente a dover affrontare disturbi nelle modalità di alimentazione, come ad esempio chi si è sottoposto a chirurgia otorinolaringoiatrica, neurochirurgica o maxillo-facciale.
Il disfagico è colui che non riesce a deglutire in modo sicuro in quanto una parte del cibo ingerito, (mischiato alla saliva) ma soprattutto i liquidi (come minestre, acqua, caffè, latte, succo di frutta ecc.) si riversa nelle vie aeree.
Se non trattato in modo adeguato, si può evolvere in problematiche che vanno a recare danno sia sul versante respiratorio, che nutrizionale. Non a caso, che soffrono di disfagia, spesso vive con ansia e fatica la fase dei pasti, rischiando di non assumere la quantità giusta di sostanze nutritive.
Negli ultimi anni, una delle strategie più diffuse per aiutare i pazienti con disfagia è stata quella di aggiungere prodotti addensanti ai liquidi, per permettere di deglutire in modo sicuro.
La Società Europea sui Disturbi della Deglutizione ha approfondito il suo studio su queste sostanze addensanti, per accertare se l’utilizzo di addensanti possa produrre cambiamenti nella fisiologia della deglutizione, e per confermare che questa pratica permette ai pazienti con disfagia di deglutire con sicurezza, senza coinvolgimento delle vie aeree.
Si è accertato che l’aumento di viscosità dei liquidi, permette una deglutizione più sicura. Dal punto di vista anatomico, accrescere la viscosità di un fluido determina un rallentamento dei tempi di passaggio del fluido stesso attraverso la bocca e la faringe, un incremento della pressione a livello della lingua e un aumento dello spostamento dell’osso ioide, coinvolto nel processo della deglutizione.
Un difetto di questi prodotti è che spesso alterano il gusto del liquido in cui viene sciolto, risultando meno piacevole al paziente. Il sapore ha un ruolo importante: se il liquido da ingerire risulta gradevole, infatti, il paziente sarà più soddisfatto e più favorevole al suo consumo. In presenza di una bevanda dal sapore poco invitante, invece, è più probabile che la reazione sia opposta.
Tenendo conto che la disfagia è spesso associata a un apporto nutrizionale insufficiente, una strategia che stimoli il paziente a ingerire un liquido o un integratore è senza dubbio positiva.
Oggi in commercio sono disponibili addensanti in diversi gusti, che possono andare incontro alle esigenze di pazienti diversi. Ci sono specifici anche per chi soffre di diabete.
Come usare gli addensanti:
Per quanto riguarda l’acqua da assumere durante il giorno, per restare idratati, quella che prediligo è la Bevanda Addensata della Nestlé; ha un concentrato di carboidrati 100% che, grazie alla sua consistenza cremosa, aiuta i pazienti ad ingerire nutrienti e a reidratarsi senza dover bere; ha svariati gusti (pompelmo, menta, limone, arancia, amarena, caffè ecc.) e sono invitanti con i loro colori e gusti più vari.
In quanto alle dosi da assumere giornalmente, si raccomanda un apporto che va dai 2 ai 3 flaconi, per un totale di 400-660 ml. Ovviamente, è necessario ascoltare preventivamente il parere del proprio medico.
Questo prodotto lo utilizzo ad intervallo fra 3\4 assunzioni di cibo, per aiutare o pulire il cavo orale.